Il livello dell’acqua sceso di almeno sei metri in meno di un anno, le bussole dei sommozzatori impazzite, un oggetto non identificato sepolto nel fondale e, infine, armi e munizioni dell’ultima guerra che riaffiorano dopo quasi settant’anni. Se non fosse per la concretezza dei suoi abitanti, i quali respingono fantasiose ipotesi stile Loch Ness, si direbbe che cose strane accadono a Scanno e nei dintorni dell’omonimo lago abruzzese, il più grande della regione, formatosi a causa di una frana migliaia di anni fa.
GLI EPISODI - Si tratta di episodi, rassicurano gli amministratori locali, che però non fanno dormire sonni tranquilli alla popolazione. Come la moria di pesci di quattro anni fa, un episodio anche quello ed ora per fortuna solo un ricordo. Il problema dell’acqua è grave ed urgente. L’abbassamento del livello del bacino, secondo alcuni studiosi riconducibile in parte alla siccità ed in parte al terremoto del 2009 (che avrebbe favorito infiltrazioni e dispersioni), potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza stessa di flora e fauna. L’allarme è stato lanciato quest’estate dagli ambientalisti locali, raccolto dalla Regione Abruzzo e inviato in forma di appello accorato al Governo.
LE BUSSOLE - Ma gli acciacchi e i guai di questo lago a forma di cuore, situato a 930 metri di altezza e di recente insignito della Bandiera blu ed inserito nell'elenco dei siti di interesse comunitario, non finiscono qui. C’è il mistero delle bussole dei sub che s’immergono nella zona nord del comune di Villalago. Le lancette degli strumenti, una volta sott’acqua, si dimenticano di segnare il nord e piegano in altre direzioni. «È accaduto di recente durante le giornate ecologiche che organizziamo con la nostra associazione – racconta Enzo Gentile, ambientalista, pescatore e studioso del lago da una vita –, il fenomeno si è ripetuto diverse volte e a varie profondità. Per eliminare il dubbio che potesse trattarsi di un fenomeno anomalo, dato che i fondali sono profondi anche trenta metri e non si riesce a vedere granché sott’acqua a causa del buio, abbiamo chiesto aiuto agli esperti».
ISPEZIONI - E così a Scanno, venerdì scorso, sono arrivati i tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, Fabio Florindo e Marco Marchetti. Con l’aiuto di due imbarcazioni messe a disposizione da Gentile e dai suoi amici e con una strumentazione speciale, hanno monitorato i fondali alla ricerca di eventuali segnali magnetici. Ora si attende l’esito degli esami. «Abbiamo utilizzato dei magnetometri e con il sistema Gps abbiamo elaborato una mappa – fa intanto sapere Florindo, che all’interno dell’Ingv è dirigente di ricerca -. Possiamo già dire dai risultati preliminari che ad un certo punto il segnale magnetico cambia, anche se di poco, e che potrebbe trattarsi di materiali ferrosi sepolti nel fondale. In un solo punto della porzione di lago da noi esplorata c’è un’anomalia negativa molto concentrata, molto localizzata. Abbiamo le coordinate di questo oggetto, stimiamo che misura circa sei metri per due, è di forma ovale, è orientato verso nord-est ma non sappiamo di cosa si tratti. Ulteriori analisi definiranno meglio questa anomalia».
REPERTI - Dei rilievi compiuti dall'Istituto sono stati informati sia il commissario prefettizio del Comune di Scanno, Giuseppe Conti, sia il sindaco del Comune di Villalago, Fernando Gatta. Ci si chiede cosa possa esserci in quel punto. C’è chi pensa a un ordigno della seconda guerra mondiale. Altri fanno notare che il lago, in passato, è stato utilizzato come discarica. Di recente, con l’abbassamento del livello dell’acqua, sta restituendo parecchie cose. «Abbiamo trovato munizioni, pistole, mitra e altre armi gettate qui da chi voleva disfarsene durante la guerra», conferma il sindaco Gatta. «E reperti risalenti all’anno Mille, che getteranno nuova luce sulla storia locale di quel periodo», aggiunge Gentile. Non sarà Loch Ness ma il lago di Scanno continua a promettere sorprese. E a nascondere segreti.